Relazione finale – chiusura a.a. 2014/2015

dott.ssa Paola Forneris

 

 

Si tiene oggi la chiusura del terzo Anno Accademico dell’Università delle Tre Età di Sanremo, Associazione che abbiamo ricostituito nel 2013 dopo un’interruzione di alcuni anni.

     E se vogliamo fare un bilancio di questi tre anni di attività della nuova Unitre non possiamo non prendere atto del fatto che si tratta di un bilancio ampiamente positivo.

     Dacché l’abbiamo ricostituita, l’abbiamo vista a poco, a poco, svilupparsi e crescere secondo un processo graduale e progressivo. Se nell’a.a. 2012/2013, gli iscritti erano 115, nell’anno 2013-2014 sono passati a 121, per attestarsi a 130 nel corso di questo anno accademico.

    Centotrenta soci che, in misura maggiore o minore, hanno partecipato all’attività didattica, numerosi con continuità, non facendo mancare la loro presenza alle varie lezioni.

    Un ringraziamento dunque ai soci studenti per l’attenzione che ci hanno dedicato.

    Un ringraziamento ai docenti che anche quest’anno non ci hanno fatto mancare il loro apporto tenendo alto il livello delle lezioni. Lezioni, lo ricordiamo, che vengono impartite, da specialisti nelle varie discipline nell’ottica di uno spirito di servizio, senza pretendere compenso alcuno!

E l’offerta didattica è stata integrata da lezioni itineranti, ben 3, che ci hanno permesso di conoscere meglio il nostro territorio, le splendide risorse che esso offre in termini di cultura, di agricoltura, di turismo.

    Pensiamo alla lezione itinerante all’Osservatorio Astronomico di Perinaldo, alla visita alle collezioni vegetali del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura, all’incontro con il Video Festival di Imperia, tutte realtà vicine a noi e forse, troppo spesso trascurate.

Offerta didattica che è stata arricchita da corsi impegnativi quali quello di Scienze della Comunicazione, conclusosi con un esame finale, innovativi come quello di scrittura creativa.

Ma l’Unitre non è solo un’Associazione che si occupa di cultura ad ampio spettro, “Accademia di Cultura”, come è evidenziato nel nostro Statuto, è anche “Accademia di Umanità”, e vorrei fare a questo proposito alcune riflessioni.

  È stato detto che la cultura ha perso oggi il suo significato originario. La cultura alta che esige uno sforzo di conoscenza, impegno e studio capillare non esiste più. Esiste una cultura di massa che si esprime in una letteratura d’intrattenimento, facile, che si propone prima di tutto e soprattutto di divertire.

  Ecco, l’Unitre con il suo ricco programma di lezioni e di corsi che spaziano dalla letteratura, alla storia, dalla medicina alle scienze, alla geografia, al cinema, al teatro, alla psicologia si muove lungo una direttrice opposta. Alla cultura dell’apparenza contrappone quella della sostanza. Ambisce ad essere una Fabbrica della conoscenza, uno spazio dove poter approfondire certi argomenti e, nel contempo, tenersi aggiornati.  

   E’ un laboratorio di idee che ci spinge a non restare inerti, passivi di fronte a quello che ci circonda, a tenerci informati, ma soprattutto a entrare in relazione con gli altri.

E questa attività di relazione è altrettanto importante di quella di conoscenza.  Importante perché si possono scoprire le affinità elettive, gli interessi comuni, le passioni comuni.

   E l’Unitre è uno dei luoghi permanenti dove coltivarli, un luogo della mente che può rappresentare un piccolo rifugio in tempi di crisi come quelli odierni.

  E vorrei concludere facendo mie le parole che ha scritto il filosofo Vito Mancuso:

“Il valore di un essere umano non dipende da ciò che ha, non dipende da ciò che sa, non dipende neppure da ciò che è …il valore di un essere umano dipende dalla sua capacità di creare relazione, di dedicarsi, di uscire da sé, di aprirsi, di abbracciare, di amare.

   Questo è, a mio parere, il vero traguardo, la vera sfida che ci attende. Trascendere il nostro ego che ci spinge a ripiegarci su noi stessi, per aprirci all’altro.

    E l’Unitre con il suo programma di incontri che a cadenza bisettimanale si svolgono da ottobre a maggio, per inciso dirò che quest’anno sono stati ben 63, può rappresentare nella nostra città quel luogo permanente di conoscenza, di confronto, di relazione di cui avvertiamo sempre più il bisogno.

     E affinché questo obiettivo possa pienamente realizzarsi abbiamo bisogno dell’interazione tra giovani e anziani, aprendoci agli scambi di esperienze tra questi due mondi che possono trovare nella dimensione culturale, che non ha e non può avere limiti anagrafici, il collante che li unisce.

   Vorrei concludere ringraziando l’Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura per il sostegno offerto alla nostra Associazione che si concretizza nella disponibilità della Sala Conferenze e nell’assistenza tecnica allo svolgimento delle nostre lezioni,

Un ringraziamento a coloro che ci hanno offerto quest’anno un supporto prezioso, e cioè il Casinò Municipale, nella persona del Suo Presidente e della dott.ssa Marzia Taruffi, il Cinema Teatro Ariston, nella persona del Dott. Walter Vacchino che ci ha concesso le sue Sale consentendoci di realizzare proiezioni aperte alla cittadinanza.

 E, naturalmente, un ringraziamento forte al Direttivo Unitre, e in particolare, al Vice Presidente, Prof. Giuseppe Cotellessa e a tutti i consiglieri che hanno partecipato assiduamente alle lezioni, fornendomi un aiuto e un supporto organizzativo.

   E questa piccola cerimonia di chiusura non sarebbe completa se non ringraziassi il Liceo Statale G.D. Cassini e in particolare la Dirigente Scolastica dott. ssa Enrica Minori e gli studenti delle quinte classi con i loro docenti, coordinati dalla prof.ssa Stefania Sandra per l’impegno profuso nella realizzazione della lezione itinerante ispirata all’opera letteraria di Giacomo Leopardi.

    Lascio ora la scena a Roberto Cuppone che sarà il protagonista dell’incontro con il Teatro organizzato per celebrare la chiusura di questo anno accademico dalla nostra Unitre, con la collaborazione dei Martedì Letterari.

    Roberto Cuppone è l’attore che ci farà rivivere sulla scena la meravigliosa storia di Antonio Pigafetta, il navigatore vicentino che, al seguito di Magellano, nella prima metà del 1500, compì il primo viaggio di circumnavigazione del mondo.

    Viaggio verso l’ignoto, irto di pericoli tanto che dei 250 uomini che partirono ne sopravvissero solo 18, tra cui proprio Pigafetta che ci ha lasciato la sua Relazione.

    E Cuppone ci racconta in questo spettacolo recitato in prima persona la vita di Pigafetta e il resoconto del suo viaggio, attingendo a questa Relazione della quale vengono riportati ampi brani.

    Di questo spettacolo che è stato rappresentato per la prima volta al Teatro Olimpico di Vicenza nel 2004 con Ugo Pagliai, Roberto Cuppone non è solo la voce narrante, ma il regista e lo sceneggiatore.