UNIVERSITA’ delle TRE ETA’ – SANREMO

Anno Accademico 2013-2014

 

Presentazione – 26 ottobre 2013 

dott.ssa. Paola Forneris

 

                  E’ con grande piacere che prendo la parola per dare il via al secondo anno accademico della rinata Università della Terza Età di Sanremo. Saluto le Autorità presenti, in primis il Sindaco che ringrazio a nome di tutti noi per aver concesso anche quest’anno la Sala degli Specchi come sede dello svolgimento delle   nostre lezioni, il Consigliere Delegato ai Rapporti con le Associazioni Culturali, dott. Marco Mauro, entrambi soci onorari della nostra Istituzione, il dott. Piero Foglino, ex Presidente del Rotary Club, anch’egli socio onorario, e naturalmente saluto e ringrazio tutti i soci e i docenti che anche quest’anno non ci hanno fatto mancare la loro adesione.

                  Secondo anno dunque della nostra rinata Associazione che si accinge oggi ad intraprendere un cammino che si concluderà a maggio del prossimo anno.

                  Un cammino ispirato a quelle finalità che sono ben espresse nell’art. 3 del nostro Statuto Nazionale:

                  Educare

                  Formare

                  Informare

                  Fare prevenzione nell’ottica di una educazione permanente

                  Promuovere la ricerca

                  Aprirsi al sociale e al territorio

                  Contribuire alla promozione culturale e sociale degli Associati

          E porrei l’accento soprattutto su queste parole:

                  Operare un confronto ed una sintesi tra la cultura delle precedenti generazioni e quella attuale al fine di realizzare una Accademia di Umanità che evidenzi l’essere oltre che il sapere.

          Ecco, alla domanda: quali saranno i motivi conduttori, le linee ispiratrici della nostra Associazione quest’anno potrei rispondere riassumendoli così:

solidarietà (intesa come capacità di entrare in relazione solidale gli uni con gli altri) e scambio di esperienze e, a fare da tessuto connettivo, un’altra parola magica: creatività.

         Una parola ambiziosa perché presuppone la voglia di imparare andando a fondo alle cose, senza fermarsi alla superficie, convinti che solo attraverso la voglia di imparare superando la pigrizia mentale, possiamo scoprire chi siamo, cosa vogliamo, come interpretiamo il mondo in modo da saper essere reattivi ad esso.

          Quello che vorremmo proporre dunque è un percorso di conoscenza che sia anche occasione di un processo di analisi, di riflessione che possa condurre ad un arricchimento.

          Poniamoci una domanda: perché abbiamo aderito all’Unitre, che cosa ci ha spinto a credere in questa Associazione? E’ semplice perché rivendichiamo un ruolo importante alla cultura che non deve essere mera e scolastica ripetizione di concetti e di date, riproposizione piatta di un sapere scolastico, ma deve essere intesa in senso dinamico, desiderio di accostarsi ad un sapere non fittizio, non formale. Quei versi di Dante che abbiamo imparato sui banchi di scuola “Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza” devono calare nella nostra vita quotidiana. 

          Da un po’ di tempo, ha detto un grande intellettuale, si è aperta nel mondo contemporaneo una grande questione antropologica: il senso dell’essere qui in un mondo allargato e transitorio, in questo disagio di civiltà che non è solo politico, sociale ed economico.

               L’ambizione che coltiviamo è dunque che la nostra Associazione possa essere un laboratorio di idee, un punto di riferimento, piccolo argine al caos che ci circonda. E qui mi richiamo a quelle finalità che abbiamo indicato in apertura. L’Unitre è stata definita una Accademia di Umanità e noi vogliamo proporre percorsi di studio che siano strumenti per affrontare le sfide che ogni giorno ci vengono poste.

              E concludo citando Italo Calvino che alla domanda quali sono tre chiavi, tre talismani per il secondo millennio rispose: … Imparare delle poesie a memoria, molte poesie a memoria; da bambini, da giovani, anche da vecchi. Le poesie fanno compagnia, uno se le ripete mentalmente; e poi lo sviluppo della memoria è molto importante.

        Secondo: puntare sulle cose difficili, eseguite alla perfezione, le cose che richiedono sforzo; diffidare della facilità, della faciloneria, del fare tanto per fare. E combattere l’astrattezza del linguaggio che ci viene imposta da tutte le parti. Puntare sulla precisione, tanto nel linguaggio quanto nelle cose che si fanno. Terzo: sapere che tutto quello che abbiamo può esserci tolto da un momento all’altro. Con questo non dico mica di rinunciare a niente; anzi, godiamocelo più che mai, però sapendo che da un momento all’altro tutto quello che abbiamo può sparire in una nuvola di fumo.

              A questi tre talismani proporrei di aggiungerne due come Unitre di Sanremo: coniugare la contemporaneità con la tradizione culturale, e saper coniugare la conoscenza con la socialità, con la capacità di essere in relazione gli uni con gli altri.

            Buon lavoro a tutti!